Resoconto singole tappe

I Tappa: Novate Mezzola – Lecco


Dopo oltre 6 mesi di preparazione...eccoci finalmente alla partenza.
Ci si trova tutti sabato sera all’albergo di Mario Saligari, che ci riceve tra un matrimonio e un altro.
Si predispongono le barche per il varo della mattina e si cena con le specialità e i vini del luogo.
La mattina del 17 Maggio, di bun’ora, tutti al museo dei “picapedra” per ricordare il lavoro duro dei cavatori del granito di S.Fedelino. Il vecchio carro con un bel cavallino impaziente ci aspetta già per trasportare, in compagnia delle nostre belle vogatrici, il pezzo di granito fino all’imbarco, al lido di Novate.


Le grandi barche Vikinghe vengono messe facilmente in acqua e si formano gli equipaggi. Un po’ di pratica per chi voga per la prima volta su queste barche…e via! Siamo accompagnati dalle jole della Canottieri Retica e insieme formiamo una bella flotta che naviga sulle tranquille acque del Lago di Novate! Le montagne ci circondano ed è uno spettacolo straordinario. Passiamo a fianco della riserva naturale con i canneti, le anatre e i cigni. Entriamo quindi nel lago di Lecco dopo aver attraversato la foce dell’Adda, e ci fermiamo a Colico a imbarcare alcuni vogatori che ci hanno raggiunto la mattina. Proseguiamo alla volta di Bellano dove ci attende la sosta per il ristoro. L’entusiasmo di tutti è evidente per la magnifica giornata e l’emozione di vogare insieme. Le barche sono filanti e scorriamo lungo la costa ammirando il paesaggio…ma senza mollare la presa dei remi…e qualche battuta sui timonieri e il capo voga.
A Bellano ci aspetta la Proloco con le pizze, sparite in un battibaleno, e tanta…tanta acqua. Litri d’acqua che non riescono a togliere la sete sotto l’arsura del sole. Il sudore fa da lente ai raggi del sole e si intravvedono le prime avvisaglie di scottature alle spalle e alle gambe. Immancabile intervista al nostro Ammiraglio Francesco, scambio di doni…e via di nuovo alla volta di Lecco.
Sfila ai nostri occhi la costa più bella del Lago, le ville antiche…e noi tutti sempre a remare. Sono ormai 6 ore e la stanchezza comincia a farsi sentire…qualche cambio di posizione…una sosta pipì a Mandello…e via. Si capisce che ci stiamo avvicinando a Lecco, ma la città non si vede ancora…tutti devono richiamare le energie di riserva per gli ultimi kilometri…ma finalmente ecco la sagoma della Canottieri. Accostiamo, remi in resta e grande gioia. Siamo arrivati in perfetto orario dopo 60 km di vogata, ci abbracciamo dalla gioia e dimentichiamo la stanchezza.
Recupero delle barche e delle auto lasciate a Mezzola e tutti a casa felici, ma per alcuni “esperti” vogatori riposo per una settimana pensando alla tappa successiva sull’Adda.


II Tappa: Lecco – Trezzo d’Adda


L’inagibilità della chiusa di Olginate ci costringe a calare le 4 jole a valle della diga, ma il Parco Adda ha organizzato una piacevolissima anteprima con visita al Museo della Seta e al Municipio di Garlate, in compagnia della graziosa sindachessa, poi navigazione nel lago di Garlate con il Motoscafo del Parco fino alla Canottieri di Lecco per la simbolica continuità con la I tappa, e ritorno passando per il caratteristico borgo di Pescarenico ricordando Renzo, Lucia e Don Abbondio.
Ricongiunti gli equipaggi alla spiaggia di Olginate, imbarco, partenza…e qualche problema di stabilità con le jole della Canottieri Olona ben restaurate dall’Oriani. Quindi la prima (e unica) rapida da superare appena partiti, sotto il ponte della ferrovia. Tutto bene, meglio del previsto: anche se una barca riesce a centrare il pilone del ponte si scivola veloci sull’Adda immersi nel verde delle sponde, in un’oasi isolata dal resto del mondo.
Si arriva subito a Brivio dove ci aspetta il battello “Addarella” del Parco per un giro mentre ci rifocilliamo con il risotto e la pasta offerti dal Parco e serviti sul battello.
Ripartiamo scortati dalle Guardie del Parco e dopo una breve navigazione incontriamo lo storico traghetto di Leonardo a Imbersago. Immancabile sosta con traghettata ammirando l’ingegnoso dispositivo, accompagnati dai pifferai coi “firlinfoen” in costume con le loro allegre zufolate. Si riparte in fretta per Robbiate dove dobbiamo uscire con le barche perché la conca non è agibile, e l’operazione è un po’ un’incognita non avendola provata prima.

Abbiamo ingaggiato anche una gru per l’operazione, ma tutto si rivela più semplice del previsto, la gru non serve, le barche si tirano fuori dall’acqua facilmente da un pontile, aiutati dagli amici ciclisti che nel frattempo ci hanno raggiunto, e vengono caricate sul carrello per il trasferimento alla Centrale di Esterle. Il tratto di Adda da Paderno a Porto non è navigabile e anche il Naviglio Paderno creato apposta nel 1400 per superare le rapide, non è praticabile. Così ci ritroviamo alla Centrale di Esterle nel bel mezzo della festa per la visita alle Centrali, e ci accorgiamo che l’imbarco dove avevamo previsto non è possibile, la gru non ci può arrivare. Percorriamo un tratto di ciclabile prima di trovare il punto adatto a calare le barche e riprendere la navigazione. Grande aiuto del Mascetti con la sua forza…e il suo carrello! L’Adda è una vera rivelazione, quasi più bella del Ticino, e vogando tra la natura si arriva…un po’ provati dalla fatica, a Trezzo, dove sbarchiamo alla Canottieri Tritium, giusto prima della magnifica Centrale Enel Taccani. Trasferimento barche via terra a Concesa, ricongiungimento di tutti, vogatori, amici, ciclisti e grande soddisfazione. Un saluto alla Madonna del Barcaiolo presso il Santuario e presa possesso delle…cellette di clausura alla foresteria del Santuario. Giusto il tempo di una doccia nell’unico servizio…pronti per l’accoglienza a Villa Gina, sede del Parco, la sospirata, prelibata cena offerta dal Parco, e finalmente a dormire!


III Tappa: Trezzo – Milano


E’ il percorso più impegnativo per la quantità di ostacoli da superare, e alla mattina siamo tutti un po’ agitati. Ogni volta che si devono trasportare le barche bisogna togliere e mettere gli scalmi, un’operazione che porta via un po’ di tempo. I primi a entrare in acqua sono gli amici della Canoa Fluviale di Cernusco con le loro canoe, quidi la jole del Trube e dell’Oriani…che subito si impiglia nei rovi e lì sarebbe rimasta se non ci fosse stato l’aiuto di Francesco, Big Luciano e di Diego che hanno fatto catena in acqua per liberarla. Poi la prima rovesciata della jole di Luciano, Lucio e Giulia appena prima delle Paratoie di Vaprio. Queste barche sono proprio instabili e basta una piccola distrazione per rovesciarsi. Grande concitazione per tutti ma soprattutto per Giulia che si è procurata una lieve ferita al sopracciglio. Solito casino per uscire e rientrare dall’acqua con le barche, con l’aiuto del carrello e del pianale del camion gru. I ciclisti ci seguono sulla ciclabile e ci incoraggiano.
Ma lo spettacolo intorno attraverso Cassano e le vecchie cascine é impagabile. Si arriva a Inzago dove dobbiamo uscire per superare la chiusa. Anche qui la gru non serve e la rimandiamo a casa.
Giulia si fa medicare dalla Protezione Civile che ci assiste e coraggiosamente riprende la navigazione con tutti dallo scivolo di Villa Fornaci. Navigazione tranquilla insieme alla numerosa e variopinta flotta di canoisti fino a Gorgonzola dove ci attende un aperitivo fresco e particolarmente gradito in navigazione, con qualche acrobazia per trattenere le barche, e finalmente la sosta in paese, accolti dalle gentili, graziose ma risolute sindachessa e presidente Proloco che ci offrono un risotto cucinato da SlowFood e un ricco ristoro nel Parco, con una affascinante piscina derivata dal Naviglio, dove si poteva immaginare di vedere la Contessa bagnarsi leggiadra…accudita da qualche fortunato giardiniere….
Si riprende, rifocillati, la navigazione per Cernusco…e ancora il Trube con l’Oriani rischiano di rovesciarsi, ma tutti arriviamo alla sede della Canoa Fluviale accolti dai canoisti che ci hanno preceduto. Breve merenda e di nuovo via con un po’ di patema: ci sono ancora da superare le fatidiche lame d’acqua affioranti e le paratoie del Nodo Idraulico Lambro-Martesana.


La bellezza del paesaggio, l’acqua limpida, le cascine e le ville con i giardini affacciati alle sponde ci rincuorano e infatti le lame si superano in scioltezza lasciando correre le barche, e il passaggio
della paratoia si rivela più agevole del previsto data la sua larghezza. Grazie all’operatore della Provincia di Milano che ha aperto una paratoia (normalmente sono chiuse) e ci ha aspettato dato che eravamo un po’ in ritardo sul programma.
Siamo ormai a Milano, all’altezza di viale Padova, e l’acqua si fa più torbida, alberi di traverso e purtroppo anche detriti, un divano e quant’altro…nei pressi del campo Rom. Ma facciamo finta di niente, tanto è comunque bello il circondario con orti fioriti, pescatori…non sembra vero! Passiamo il vecchio ponte di Gorla con le belle ville ai lati e giungiamo al salto di Viale Monza. Qui occorre scendere dalla barca e procedere al guado, ma il Trube in avvicinamento riesce a rovesciarsi…e viene ancora salvato dal Francesco e dal Diego.
Apoteosi all’arrivo, pochi metri più avanti, alla Cassina dè Pomm in via Melchiorre Gioia, con la Banda di Carugate, manicaretti del Maestro di Casa, gli amici di Gorla Domani ai quali consegnamo simbolicamente il blocchetto di granito, e tutti i nostri amici, ciclisti, autisti che ci hanno aiutato e sostenuto.


Foto, appassionato discorso di Francesco sul recupero delle vie d’acqua, baci, abbracci e tutti a casa con una grande gioia nel cuore e con la voglia di ripetere l’anno prossimo questa stessa avventura.